Rime per le faustissime nozze del nobil uomo Signore Marchese Silvio Maccarani con la nobil Donna Signora Orsola Priuli Stazio Rome, Fulgoni, 1787
8° (211x136 mm). Printed on blue paper. [63], 1 pages. Engraved vignette on the title-page. Small woodcut ornaments and tailpieces. Contemporary marbled calf, covers within gilt frieze. Smooth spine, richly decorated in gilt with the same pattern. Floral-patterned paper pastedowns and flyleaves. Red edges. Board edges rather abraded; small loss to the lower headcap. A very good copy, printed on thick paper. Small loss to the lower margin of the second front flyleaf; title-page slightly discoloured, some minor foxing. The pencilled note ‘810.P.39' on the upper outer corner of the second front flyleaf.
An elegant copy of this poetic collection, published on the occasion of the marriage of Roman nobleman Silvio Maccarani to the Venetian Orsola Priuli.
The publication originated in the milieu of the celebrated Roman Academy of the Arcadians, of which Maccarani himself was a member. It was edited by Count Giuseppe Maria Vendettini, one of the twelve ‘Colleghi d'Arcadia'. Each poem is introduced with the name of its author, followed by the indication of his Arcadian name. The volume opens with a sonnet composed by Vendettini himself, known as Cleanto Ereate. This is followed by the lengthy Capitolo by Gioacchino Pizzo, then ‘Custode Generale dell'Arcadia'. As usual in the Roman editions, the verso of the last leaf bears the imprimatur of the Maestro del Sacro Palazzo. Interestingly, however, these permissions are preceded by the editor's statement: “each expression taken from Mythology is a bare poetical ornament, and not a sentimento of the Catholic authors”.
Rime per le faustissime nozze del nobil uomo Signore Marchese Silvio Maccarani con la nobil Donna Signora Orsola Priuli Stazio con la nobil Donna Signora Orsola Priuli Stazio. Roma, Fulgoni, 1787.
In-8° (mm 211x136). Stampato su carta azzurra. [63], 1 pagine. Vignetta incisa al frontespizio. Piccoli motivi ornamentali e finalini silografici. Legatura coeva in vitello marmorizzato, con cornice in oro ai piatti. Dorso liscio, riccamente decorato in oro con lo stesso motivo impresso ai piatti. Contropiatti e sguardie in carta decorata a motivi floreali. Tagli rossi. Bordi dei piatti abrasi; piccole mancanze alla cuffia di piede. Esemplare in buono stato di conservazione, impresso su carta forte. Piccole perdite al margine inferiore della seconda carta di guardia anteriore; frontespizuo leggermente scolorito, trascurabili tracce di foxing. Nota a matita ‘810.P.39' all'angolo superiore esterno della seconda carta di guardia anteriore
Elegante esemplare di questa raccolta poetica, pubblicata in occasione del matrimonio tra il nobile romano Silvio Maccarani e la veneziana Orsola Priuli.
La stampa di queste Rime affonda le sue radici nell'ambito della famosa e rinomata Accademia romana dell'Arcadia, di cui lo stesso Maccarani era membro. Curatore ne fu il conte Giuseppe Maria Vendettini, uno dei dodici ‘Colleghi d'Arcadia'. Ogni poema è introdotto dal nome del suo autore, seguito dall'indicazione del nome arcadico. Ad aprire la serie di componimenti è un sonetto di Cleanto Ereate, sotto cui si cela proprio Vendettini, seguito dal lungo Capitolo firmato da Gioacchino Pizzo, a quel tempo ‘Custode Generale dell'Arcadia'.
Come accade di solito nei volumi impressi a Roma, al verso dell'ultima carta compare l'imprimatur del Maestro del Sacro Palazzo. È interessante notare che spesso queste autorizzazioni alla pubblicazione sono precedute da una dichiarazione del tipografo in cui si chiariva che 'Ogni espressione tratta dalla Mitologìa è puro ornamento poetico , non l'sentimento degli autori Cattolici'.
S. Franchi, Drammaturgia romana, II (1701-1750), Roma 1997, pp. LVI-LVII.
