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Aurelius Augustinus (354-430)

Quintus Tomus Operum D. Aurelii Augustini Hipponensis Episcopi, continens XXII. libros De ciuitate Dei Venezia, ad Signum Spei, 1551

€ 12.800
Superbamente legato per papa Pio V
Aurelius Augustinus (354-430). Quintus Tomus Operum D. Aurelii Augustini Hipponensis Episcopi, continens XXII. libros De ciuitate Dei. Venezia, ad Signum Spei, 1551

4° (mm 250x173). Segnatura: A-Z8, Aa-Gg8, Hh6. 246 carte. Testo su due colonne. Carattere romano e corsivo. Al frontespizio marca tipografica incisa su legno. Iniziali silografiche animate. Legatura romana coeva, in marocchino rosso su piatti in cartone e decorata in oro. Piatti inquadrati da larga cornice ‘alla moresca', con ferro a fiore di loto. Nello spazio rettangolare di entrambi i piatti grandi ferri angolari a foglia di farfara, al centro le armi di Pio V in grande cartouche con iscrizioni in oro ‘PIVS V.' e ‘POM'. Al pannello superiore del piatto posteriore applicato cartiglio nel medesimo marocchino con iscrizione ‘S. AVGVSTINI OPERVM. T. V.', in caratteri dorati. Quattro borchie metalliche in rame dorato a ogni piatto, conservati due fermagli al lato lungo, con aggancio al piatto posteriore. Dorso a cinque nervi, scomparti decorati in oro con ferri a fiore di loto; titolo in oro al secondo scomparto. Tagli dorati e cesellati a motivo floreale, con tenue coloritura in rosso di petali e foglie. Esemplare in ottimo stato di conservazione, carte uniformemente bruniture. Tracce di polvere e aloni qualche, più evidenti alle prime e alle ultime carte. Al verso del frontespizio censurata la dedica del curatore a Enrico VIII d'Inghilterra. Al recto della carta di guardia anteriore note in inglese sulla legatura, a lapis. Entro custodia moderna in pelle. Provenienza: al frontespizio timbro ovale del convento domenicano di Santa Caterina in Trino Vercellese; Sir Joseph Radcliffe (1799-1872), 2nd Baronet, Rudding Park, Yorkshire (ex libris alle armi al contropiatto anteriore).

Il Quintus tomus – comprendente il De civitate Dei – della grande edizione di Agostino data alle stampe a Venezia tra il 1550 e il 1552, in una lussuosa legatura alle armi di Pio V (1504-1572).

La ricca decorazione ‘alla moresca' è opera di un legatore non ancora identificato ed attivo quasi esclusivamente per papa Ghislieri, il cui stile richiama la tarda produzione di Nicolò Franzese e di altri maestri del periodo farnesiano. Legature simili sono conservate in importanti biblioteche italiane ed estere, in collezioni private, e naturalmente in Biblioteca Vaticana, in alcuni casi provenienti dal lascito del libraio Tammaro De Marinis. L'interesse del volume non si esaurisce però nella sua sontuosa legatura.

Il Quintus tomus dell'Agostino veneziano narra, infatti, un'intricata vicenda di confische e dispersioni, tratto caratteristico della storia delle biblioteche ecclesiastiche italiane. Al frontespizio dell'esemplare è visibile il timbro della biblioteca di Santa Caterina in Trino Vercellese, convento domenicano più volte soppresso nel corso dell'Ottocento e definitivamente chiuso nel 1994. L'11 settembre del 2018 il volume è stato dichiarato di interesse particolarmente importante in quanto la legatura ne testimoniava l'originaria provenienza dalla ben più nota casa domenicana di Santa Croce in Bosco alla cui biblioteca Pio V – originario proprio di Bosco Marengo, in provincia di Alessandria – era solito donare volumi legati alle sue armi.

Secondo la ricostruzione a sostegno del provvedimento, i fondi librari di Santa Croce in Bosco sarebbero passati nel 1861 al convento di Santa Caterina in Trino Vercellese, compresa l'intera edizione in undici volumi dell'Agostino del 1550-1552, di cui il nostro Quintus tomus. E a Trino tutti i volumi sarebbero rimasti almeno fino agli anni Cinquanta del Novecento. Poco importava che al contropiatto dell'esemplare fosse ben visibile l'ex libris del baronetto Joseph Radcliffe, residente dal 1824 a Rudding Park, nello Yorkshire, che ne attestava quindi una ben più precoce uscita dal territorio italiano! Ce n'era a sufficienza per decidere di approfondire la questione, fosse solo per curiosità intellettuale.

La ricerca in archivio ha portato a una diversa ricostruzione della storia dell'esemplare. A parte le periodiche spoliazioni subite già nel corso del Seicento – descritte in documenti conservati dall'Archivio della Curia Generalizia a Santa Sabina, a Roma – entrambi i conventi domenicani erano stati soggetti a una prima soppressione in età napoleonica, tra il 1801 e il 1802. Solo una parte dei volumi confiscati da Santa Croce al Bosco raggiunse effettivamente l'allora istituita Biblioteca Nazionale di Alessandria, alla quale erano stati assegnati, mentre i domenicani di Trino Vercellese poterono fare ritorno nel loro convento solo nel 1829. Altrettanto drammatica la soppressione, nel 1855, delle corporazioni religiose da parte del Regno di Sardegna, con confische, dispersioni e aste pubbliche di beni ben documentati nelle carte degli archivi piemontesi.

Già nei cataloghi della metà dell'Ottocento della biblioteca di Bosco Marengo– conservati nell'Archivio Provinciale Domenicano di Chieri – l'edizione veneziana di Agostino non risulta più posseduta, dato confermato dall'inventario redatto nel 1860 dall'incaricato demaniale Della Cella, anch'esso oggi a Chieri. Tra il 1866 e il 1867 si ebbe, infine, una terza soppressione, disposta dalle leggi postunitarie in materia di beni ecclesiastici. Sia Ugo Rozzo che Francesco Malaguzzi ritengono però che le maggiori dispersioni siano state conseguenza delle confische napoleoniche, facendo notare che già intorno al 1830 volumi legati alle armi di Pio V avevano iniziato a circolare sul mercato inglese.

L'accenno al mercato inglese introduce al possessore ottocentesco del nostro volume, il baronetto Joseph Radcliffe. La ricerca ci ha condotto quindi al West Yorkshire Archive Service di Leeds, che conserva le carte della famiglia. Conti, lettere, diari e cataloghi annotati ci hanno restituito il ritratto di un collezionista appassionato, che estese notevolmente la biblioteca ereditata dal padre. Sir Joseph potrebbe aver acquistato il De civitate Dei in Inghilterra, oppure direttamente in Italia, dove il baronetto soggiornò spesso. Altrettanto frequenti i suoi viaggi in Francia e in Svizzera, documentati anch'essi – come quelli nella nostra Penisola – da conti di librai, legatori, e mercanti d'arte, precisi nell'indicare le somme dovute, ma purtroppo avari di altri dettagli.

Negli appunti relativi al testamento non manca una voce relativa alla “my Library of Books and Manuscripts”, (WYL 280/327). Una biblioteca di grande pregio il cui inventario, sia pure non del tutto completo, è conservato non a Leeds, ma alla Cambridge University Library, all'interno della A.N.L. Munby Collection. A Leeds abbiamo invece rinvenuto una lettera inviata il 31 luglio 1916 da Sotheby Wilkinson Hidge, in cui vi è il riferimento a un Caxton di cui uno degli eredi aveva proposto la vendita (WYL280/394): si tratta con ogni probabilità del Polycronicon di Ranulphus Hidgen, stampato a Westminster nel 1482 e in attuale possesso della Canterbury Cathedral Library, alla cui carta di guardia è visibile lo stesso ex libris presente nel nostro Agostino. Di grande interesse anche il possesso da parte di Radcliffe di un manoscritto della Vulgata datato tra il 1140 e il 1160, proposto da Kraus nel 1966 nel Catalogue 115: l'interesse risiede per noi nel fatto che il codice proviene da un convento francescano dell'Italia settentrionale, probabilmente milanese. Se il nostro Quintus tomus ha preso la via dell'Inghilterra con ogni probabilità già durante la prima metà dell'Ottocento, anche altri volumi appartenenti al medesimo set legato alle armi di Pio V hanno lasciato l'Italia, e in tempi sicuramente più recenti.

Per il momento abbiamo rintracciato quattro volumi, tutti con identica legatura, e recanti i timbri del convento di Santa Croce in Bosco e/o di Santa Caterina in Trino Vercellese. Il Secundus tomus è descritto dal già ricordato Tammaro De Marinis nel catalogo della biblioteca del principe Hans Fürstenberg (cfr. Die italienischen Renaissance-Einbände der Bibliothek Fürstenberg, Hamburg 1966, p. 64), e fa ora parte della Spencer Collection della New York Public Library. Il Quartus tomus è oggi in una collezione privata americana. Non abbiamo, invece, notizia sugli attuali possessori del Septimus tomus, offerto da Breslauer nel 1979 (cfr. Catalogue 104: Fine Books in Fine Bindings from the Fifteenth to the Present Century, n. 46), e del Decimus tomus, offerto nel 1993 sempre da Breslauer (Catalogue 110. Fine Books and Manuscripts in Fine Bindings, n. 53).

U. Rozzo, Pio V e la biblioteca di Bosco Marengo, in Pio V e Santa Croce di Bosco. Aspetti di una committenza papale. A cura di G. Ieni e C. Spantigati, Alessandria 1985, pp. 315-340; R. Livraghi, La libreria del Seminario di Alessandria. Nascita ed evoluzione di una biblioteca di Sette e Ottocento, Alessandria 1991; Preziosi in biblioteca. Mostra di legature in raccolte private piemontesi. A cura di F. Malaguzzi, Torino 1994; U. Rozzo, Biblioteche italiane del Cinquecento tra Riforma e Controriforma, Udine 1994, pp. 235-29; F. Malaguzzi, De libris compactis. Legature di pregio in Piemonte. Il Monferrato e l'Alessandrino, Torino 2002; F. Malaguzzi, Libri e legature per Michele Ghislieri e la Biblioteca di Bosco, in Il tempo di Pio V. Pio V nel tempo, A cura di F. Cervini e C. E. Spantigati, Alessandria 2006, pp. 287-302; U. Rozzo, La biblioteca di Santa Croce “riletta” vent'anni dopo, in Il tempo di Pio V. Pio V nel tempo, cit. pp. 267-302.

Augustinus Aurelius (354-430). Quintus tomus operum D. Aurelii Augustini Hipponensis Episcopi, contines XXII. libros de Civitate Dei. Cui accesserunt Commentarii Io. Ludo. Vivis ab Authore recogniti. Venice, ad Signum Spei, 1551.

4° (250x173 mm). Collation: A-Z8, Aa-Gg8, Hh6. 246 leaves. Text in two columns. Roman and italic type. Woodcut printer's device on the title-page. Woodcut animated initials. Contemporary gilt-tooled red morocco over pasteboards. Covers within large frame ‘alla moresca', decorated with a lotus-flower tool. At the centre of both covers, coltsfoot-leaf corner-pieces and Pius V's coat of arms in a cartouche with the inscriptions ‘pivs v.' and ‘pom'; at the top of the lower cover, a cartouche with the inscription ‘s. avgvstini opervm. t. v.'. Four gilt-copper bosses on both covers, two clasps to the fore-edge. Spine with five raised bands, compartments decorated with lotus-flower tools; title in gilt on the second one. Edges gilt and gauffered in floral pattern, leaves and petals slightly coloured in red. A very good copy, leaves uniformly toned. A few traces of dust and some spots, especially to the first and last leaves. The printed dedicatory epistle to King of England Henry VIII censored in ink. On the front flyleaf, an English note concerning the binding, probably pencilled by A.N.L. Munby (1913-1974). In a modern leather box.

Provenance: from the library of the Dominican convent Santa Caterina, in Trino Vercellese (oval stamp on the title-page); Sir Joseph Radcliffe (1799-1872), 2nd Baronet, Rudding Park, Yorkshire (armorial ex libris on the front pastedown).

The Quintus tomus – containing the De civitate Dei – from the great eleven-volume edition of Augustine published in Venice in 1550-1552, magnificently bound with the coat of arms of Pope Pius V Ghislieri (1504-1572).
The fine tooling ‘alla moresca' is the work of an as-yet unidentified binder who was mainly active for the Pope and his family and whose style recalls the late production of Nicolo? Franzese and other masters of the Farnese age. Similar bindings are kept in important institutional libraries and private collections in Italy and abroad, including, of course, the Vatican Library, whose examples were bequeathed by the bookseller Tammaro De Marinis.
The interest of the present volume is, however, not at all limited to its sumptuous binding, for the Quintus tomus also narrates an important story of requisitions and dispersions – typical features of the history of Italian religious libraries. Its title-page bears the stamp of the library of the Dominican convent of Santa Caterina at Trino (near Vercelli, in the Piedmont region), which was closed in 1994. In 2018, the volume was declared – in accordance with the Italian Code of the Cultural and Landscape Heritage (2004) – an item of great ‘cultural interest' for the Italian State, owing to the fact that its binding attests to its original provenance from another more famous Dominican convent located in Piedmont, that of Santa Croce in Bosco Marengo, near Alessandria. Pius V himself was born in Bosco Marengo and used to gift volumes bound with his Papal arms to that library. Transmissions of books between the two Dominican convents are documented, first as efforts to escape requisitions, which have marked the history of ecclesiastical libraries in Piedmont from the start of Napoleonic possession in 1802 to the suppression of religious congregations following Italian unification in 1861. In fact, the eleven-volume edition of the Venetian Augustine is already absent from catalogues of the library of Santa Croce in Bosco by the mid-nineteenth century. The volumes remained in Santa Caterina at least until the 1950s – that is, all volumes apart from the Quintus tomus presented here.
This particular volume – containing Augustine's major work, the Civitate Dei – had already been moved to England by the first half of the nineteenth century, as attested by the ex libris pasted on the front pastedown with the coat of arms of Sir Joseph Radcliffe (1799-1872) of Rudding Park, Yorkshire. Our research at the West Yorkshire Archive Service in Leeds, which preserves the Radcliffe family papers, revealed a portrait of a passionate bibliophile who significantly enlarged the library he had inherited from his father, the first Baronet Radcliffe. Sir Joseph may have purchased the Quintus tomus in England, where finely bound volumes bearing the arms of Pope Pius V had begun to circulate in the 1830s as a result of French confiscations. Alternatively, he may also have acquired the precious volume in Italy, where he travelled frequently, buying – as evinced by letters, invoices and lists kept in Leeds – jewels, artworks, and books.
We have also tried to reconstruct the paths of other volumes from the great ad Signum Spei edition that left Italian soil more recently. For the moment, we have been able to trace four volumes, all housed in identical armorial bindings and bearing the stamps of the convent of Santa Croce in Bosco and/or that of Santa Caterina in Trino Vercellese. The Secundus tomus is described by the aforementioned De Marinis in the catalogue of the library once owned by Prince Hans Fu?rstenberg (cf. Die italienischen Renaissance-Einba?nde der Bibliothek Fu?rstenberg, Hamburg 1966, p. 64), and is now part of the Spencer Collection at the New York Public Library. The Quartus tomus is presently in a private collection in the United States. We have no information on the current ownership of the Septimus tomus, which was offered by Breslauer in 1979 (cf. Catalogue 104: Fine Books in Fine Bindings from the Fifteenth to the Present Century, no. 46), nor that of the Decimus tomus, which was likewise offered by Breslauer in 1993 (Catalogue 110. Fine Books and Manuscripts in Fine Bindings, no. 53).

U. Rozzo, Pio V e la biblioteca di Bosco Marengo, G. Ieni – C. E. Spantigati (eds.), Pio V e Santa Croce di Bosco. Aspetti di una committenza papale, Alessandria 1985, pp. 315-340; R. Livraghi, La libreria del Seminario di Alessandria. Nascita ed evoluzione di una biblioteca di Sette e Ottocento, Alessandria 1991; Preziosi in biblioteca. Mostra di legature in raccolte private piemontesi. A cura di F. Malaguzzi, Torino 1994; U. Rozzo, Biblioteche italiane del Cinquecento tra Riforma e Controriforma, Udine 1994, pp. 235- 29; F. Malaguzzi, De libris compactis. Legature di pregio in Piemonte. Il Monferrato e l'Alessandrino, Torino 2002; Idem, Libri e legature per Michele Ghislieri e la Biblioteca di Bosco, F. Cervini – C. E. Spantigati (eds.), Il tempo di Pio V. Pio V nel tempo, Alessandria 2006, pp. 287-302; U. Rozzo La biblioteca di Santa Croce “riletta” vent'anni dopo, ibid., pp. 267-302.