Da Eco a Portinari: un esemplare di dedica de "Il problema estetico in San Tommaso" di Umberto Eco

Da Eco a Portinari: un esemplare di dedica de ?Il problema estetico in San Tommaso? di Umberto Eco

Umberto Eco (5 gennaio 1932 - 19 febbraio 2016) quest'anno avrebbe compiuto 90 anni. Il grande intellettuale e bibliofilo è scomparso pochi anni fa, ma abbiamo avuto la fortuna di averlo nel 2013 all'inaugurazione della nostra libreria di Manhattan - PrPh Rare Books - e la sua memoria continua a restare viva nei nostri cuori.

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Per ricordare questo anniversario, presentiamo una splendida copia di dedica - in prima edizione - del primo libro pubblicato da Umbero Eco, Il problema estetico in San Tommaso, stampato a Torino da Edizioni di Filosofia nel 1956.

Due anni fa abbiamo celebrato il 40° anniversario de Il nome della rosa, primo romanzo di Eco e bestseller internazionale annoverato tra i pochi libri ad aver venduto più di 50 milioni di copie in tutto il mondo. Questo brillante "libro nel libro" è contemporaneamente un thriller a sfondo investigativo ambientato in un immaginario monastero benedettino medievale, ma anche una provocatoria difesa della semiotica (qui intesa come studio dei segni) attraverso indagini teologiche, filosofiche e storiche sulla natura della Verità. Fu la prima di una serie di sette romanzi che vide Eco unire ingegnosamente la narrativa d'invenzione con i suoi interessi accademici, creando quella narrativa metatestuale e analitica che è alla base della sua fama internazionale.

Il "nostro" Umberto – l'amico, collega libraio e socio a New York, Umberto Pregliasco – conobbe Eco proprio quando l'intellettuale stava lavorando a quel primo capolavoro e a Torino visitava spesso la ibreria Pregliasco. Lo aveva fatto fin dagli anni Cinquanta, durante i suoi anni da studente, cercando timidamente qualche libro di seconda mano nel negozio di Artuto Pregliasco - padre di Umberto - nei pressi della sede dell'Università torinese. Eco era, ifatti, un grande amante dei libri ed è arrivato a mettere insieme un'immensa collezione senza dubbio motivata - almeno in parte - dalla sua curiosità e interesse verso verità e pensiero. Egli diceva di essere affascinato dalla propensione umana verso il "pensiero deviato". Per questo collezionava libri su temi e soggetti in cui non credeva come la kabbalah, l'alchimia, la magia, i linguaggi inventati. Era interessato a ciò che è falso, "fake": non aveva i libri di Galileo, ma di Tolomeo, perchè le sue idee erano quelle "errate".

"La mia collezione di libri antichi contiene opere che dicono il falso. Non ho volumi di Galileo, ma di Tolomeo. Mi piace indagare sulle bizzarrie dell'intelletto umano, per due motivi, l'uno perverso l'altro virtuoso… L'intelligenza non mi affascina, credere invece che la terra sia quadrata è un indice della flessibilità della mente umana. Attraverso gli errori si arriva sempre a qualche verità: è il momento della serendipità, si scopre una cosa per caso, a Colombo è successo con l'America... "(L'Espresso, 13 maggio 2011)

Mentre la maggior parte dei romanzi di Eco hanno richiesto parecchi anni di ricerche minuziose e specifiche, Il nome della rosa ha attinto e beneficiato dei giovanili studi universitari, in filosofia ed estetica medievale, presso l'Ateneo di Torino. Eco si laureò lì in Filosofia, nel 1954, con una tesi sulle teorie estetiche del grande teologo e filosofo medievale Tommaso d'Aquino (1225-1274), scritta sotto la supervisione dello storico e filosofo Luigi Pareyson (1918-1981). Nel 1956, due anni dopo la laurea, Eco ne pubblicò una versione accresciuta con il titolo Il problema estetico in San Tommaso, di cui in questa sede presentiamo una copia davvero speciale, ancora conservata nella sua brossura editoriale originale.

In aggiunta alle spiegazioni sulle teorie di San Tommaso riguardo la relazione tra bellezza, divinità ed essere, Eco discute la riflessione intellettuale dell'Aquinate sulla percezione estetica e sui "criteri formali" della bellezza, così come la sua visione sulle arti, l'umanità e Dio. Con totale aderenza al contesto culturale del XII secolo in cui visse San Tommaso, Eco penetra davvero a fondo nel pensiero medievale e offre un ricco panorama di raffronti con le propettive estetiche espresse dai maggiori pensatori di quel tempo. E ancora procede oltre, trattando l'influenza del filosofo di Aquino sui "giganti" del pensiero moderno come Pound, Eliot e Joyce. Questo saggio fondamentale non soltanto offrì le basi per il primo romanzo di Eco, ma gettò anche le fondamenta del suo secondo saggio uscito a stampa, la monografia accademica dal titolo Sviluppo dell'estetica medievale (Marzorati, 1958). Eco tornò su Il problema estetico in San Tommaso nel 1970, quando uscì un'edizione rivista, e il testo venne finalmente tradotto in inglese nel 1988, con il titolo The Aesthetics of Thomas Aquinas.

La copia della prima edizione presentata in questa sede è particorlamente preziosa perchè si tratta di un esemplare di dedica dell'autore allo scrittore e storico della letteratura Folco Portinari (25 gennaio 1926 - 11 gennaio 2019), e rappresenta un punto di svolta sia nella carriera di Umbero Eco che nella cultura italiana in generale. Sia Eco che Portinari furono pionieri della televisione quando negli anni Cinquanta entrarono a far parte di cosidetti “corsari”, un gruppo di giovani intellettuali reclutati per modernizzare il palinsesto e le trasmissioni della RAI - Radiotelevisione Italiana (RAI) - agli albori del primo servizio televisivo pubblico. Questa esperienza di collaborazione ad una programmazione televisiva dai conetnuti culturali e politici, oltre che di intrattenimento, aiutò certamente a stimolare in Eco l'interesse verso i nuovi media, portando a saggi come La fenomenologia di Mike Bongiorno, pubblicato per la prima volta nel 1961 in Pirelli. Rivista d'informazione e di tecnica e poi incluso, nel 1963, nel suo Diario minimo. Egli avrebbe continuato durante tutta la sua carriera a confrontarsi con la cultura popolare e con la politica, come dimostrano le sue colonne settimanali su L'Espresso.

Nel frattempo il gastronomo Portinari, a cui va il merito di aver portato Luigi Veronelli sullo schermo della Tv italiana, è diventato famoso anche per aver scritto il Manifesto di Slow Food, straordinario testo di "rottura" che ha rivoluzionato la cultura del cibo nel nostro Paese dopo la pubblicazione nel 1987 da parte de Il Gambero Rosso. Come quelli di Umberto Eco, Like Eco, anche gli interessi di Portinari erano sempre stati vasti e tra i suoi ruoli ci fu quello di professore universitario e studioso di Letteratura Italiana del XIX secolo. La dedica di Eco al frontespizio del volume qui esposto, datata Milano 1957, suggerisce che al momento di questo dono Portinari stesse scrivendo il saggio Parini e la poetica dell'oggetto, dedicato all'analisi del valore centrale di tale concetto - e alla sua estensione semantica - nella prosa di Giuseppe Parini. Il contributo sarebbe apparso a stampa sul periodico Paragone nel dicembre del 1958.

E' speranza da bambini
l'auspicar che lasci un solco
questo libro nel buon Folco
mentre scrive del Parini

Come la dedica di Eco a Portinari rende ben chiaro, questo speciale volume rappresenta sopra ogni altra cosa un momento di forte condivisione tra i due grandi intellettuali, all'epoca ancora relativamente sconosciuti ed entambi sull'orlo di un precipizio rappresentato da nuove idee e concezioni sulla Cultura - passata, presente e futura - che avrebbero, ognuno a modo suo, contributo a farci esplorare.

Una descrizione completa del volume sarà inclusa nel catalogo Italian Books III. Un'anteprima è disponibile QUI.

Per informazioni potete contattarci all'indirizzo info@philobiblon.org

Libera traduzione italiana del post originale inglese sul Blog PrPh Rare Books https://www.prphbooks.com/blog/eco

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