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Antolini, Giovanni Antonio (1753-1841)

Idee elementari di architettura civile per le scuole del disegno. Bologna, Iacopo Marsigli, 1813.

€ 2.000
Il Neoclassicismo spiegato agli studenti delle scuole di disegno
Antolini, Giovanni Antonio (1753-1841). Idee elementari di architettura civile per le scuole del disegno.. Bologna, Iacopo Marsigli, 1813.

In folio (mm 455x330). 40 pagine. 24 tavole calcografiche, numerate I-XXIV. Al frontespizio vignetta incisa su rame. Legatura coeva in mezza pergamena con angoli, carta marmorizzata ai piatti. Esemplare in buono stato di conservazione, leggera gora al margine inferiore esterno delle prime carte, piccole macchie d'inchiostro a qualche carta.

Imponente prima edizione, stampata contemporaneamente a quella dei fratelli Masi, di quest'opera dell'architetto e urbanista Giovanni Antonio Antolini, uno dei maggiori esponenti del Neoclassicismo in Italia, teorico dell'architettura e autore di numerosi progetti, tra i quali spicca quello per il Foro Bonaparte a Milano, presentato a Napoleone il 7 maggio 1801, approvato e acclamato, ma mai realizzato.

Le Idee elementari hanno una valenza di tipo didattico e bene riflettono il ruolo di docente che Antolini ricoprì a lungo, prima Bologna dal 1803 al 1815 - alla Reale Accademia di Belle Arti e poi all'Università – e in seguito a Milano, all'Accademia di Brera. L'impostazione, di cui le tavole sono elemento essenziale, si adatta perfettamente all'impiego da parte degli studenti che devono apprendere i fondamenti e le basi essenziali della terminologia dell'architettura classica. Una seconda edizione, accresciuta di un'appendice, verrà stampata nel 1829 (Milano, Società tipografica de' Classici Italiani).

Gli incarichi universitari di Antolini si collocano a coronamento di una fortunata carriera come progettista, iniziata nell'ultimo decennio del secolo XVIII, con una notorietà raggiunta grazie alle notevoli competenze maturate nel settore dell'architettura idraulica. Nominato Architetto Regio da Napoleone, divenuto nel 1805 Re d'Italia, Antolini lavorò a Mantova agli adeguamenti funzionali della residenza di Palazzo Te; a Venezia, dove intervenne nel palladiano Convento delle Carità, oltre che negli spazi della Biblioteca di San Marco e di Palazzo Ducale; a Modena, per lavori di riadattamento di Palazzo Ducale.

Il grande prestigio di cui Antolini godette, grazie anche al favore del Bonaparte, risentì sicuramente del mutato clima storico-politico all'indomani del 1815. Ragioni legate al crollo del sogno – e del potere - napoleonico condussero ad un suo brusco e repentino congedo dall'Ateneo bolognese e al suo ritorno a Milano. Nonostante la sua fama avesse subito un duro colpo continuò l'attività con progetti di largo respiro, chiamato a spostarsi spesso sul territorio nazionale (Brescia, Livorno, Firenze). Proprio agli anni milanesi, tra il 1825 e il 1830/32, si data l'unico ritratto noto dell'architetto emiliano, opera di destinazione privata realizzata da un giovane Giuseppe Molteni, che conobbe Antolini nello studio dell'amico comune Pelagio Pelagi.

Cicognara, 400 (‘Opera stampata con molto decoro, piena di buoni principj; con 24 tav. intagliate diligentemente in contorni'); Brunet I, 325; Graesse I, 151; M. G. Marziliano (ed) Architettura e urbanistica in età neoclassica: Giovanni Antonio Antolini (1753-1841). Atti del Primo Convegno di studi Antoliniani. Faenza, 2003.

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